Termini inventati che sono entrati anche nella realtà.
Termini reali che sono usati nei libri, nei film e nelle altre forme del genere.
Scopriamo alcune parole che sono usate molto nel campo fantascientifico.
Il termine
sci-fi è una contrazione del termine
scientific fiction coniato da
Hugo Gernsback (editore, inventore e scrittore lussemburghese naturalizzato statunitense) nel 1926, prima abbreviato in
scientifiction, poi ancora in
science fiction e infine in
sci-fi.
La paternità del termine
fantascienza è attribuita a
Giorgio Monicelli (traduttore ed editore italiano) nel 1952.
Il termine
robot deriva dalla parola ceca
robota che può essere tradotta in
lavoro. Fu usata per la prima volta da Karel Čapek nel suo dramma fantascientifico
R.U.R. del 1920, ed indicava degli automi che venivano impiegati al posto degli operai.
Il termine
androide deriva dalla composizione della parola greca
anḗr andrós (che significa
uomo) e dal suffisso
-oeidḗs (che significa
simile a). Indica tutti i robot che hanno forma umana.
Il termine è menzionato per la prima volta da
Alberto Magno (vescovo cattolico, scrittore e filosofo tedesco appartenente all'ordine domenicano) nel 1270, ma è divenuto popolare in seguito all'uscita del romanzo
Eva futura dello scrittore francese
Auguste de Villiers de L'Isle-Adam uscito nel 1886.
Il termine
iperspazio è un termine coniato dal matematico
Arthur Cayley nel 1867, per indicare uno spazio composto da un numero di dimensioni geometriche maggiori alle canoniche tre.
Nella fantascienza viene usato, per la prima volta e in modo compiuto, da
Jack Williamson nel ciclo della
Legione dello spazio.
L'iperspazio è un escamotage per permettere alle astronavi di superare il limite della velocità della luce, in quanto si ipotizza che due punti distanti, in uno spazio rappresentato a tre dimensioni, siano in realtà più vicini, in uno spazio rappresentato a più di tre dimensioni. Di conseguenza viaggiando nell'iperspazio le astronavi impiegano meno tempo per raggiungere punti dello spazio a tre dimensioni.
Il termine
cyborg è l'unione delle due parole inglesi:
cybernetic e
organism, dalle quali vengono presi i primi tre caratteri e uniti.
Definisce un essere biologico (in genere un essere umano) dotato di membra o arti sintetici, solitamente per potenziarne le caratteristiche fisiche.
Fu coniato dagli scienziati
Manfred E. Clynes e
Nathan S. Kline nel 1960 in riferimento alla loro idea di un essere umano potenziato per sopravvivere in ambienti extraterrestri inospitali.